Bagheria 9 gennaio 2009,
Ciao Ary. Ti scriviamo dalle pagine di questo giornalino che appartiene anche un po’ a te. E’ grazie a queste pagine che ti abbiamo conosciuta. Una gran bella fortuna. Conoscerti è stato appagante, è stato spassoso.Ricordi quel pomeriggio pazzo in biblioteca? Noi tre e Alessia. L’articolo su “storie interrotte”… mai stato così divertente scrivere un articolo! E quel giorno a Palermo, quando tu e Alessia entravate in ogni negozio e noi due stavamo fuori ad aspettarvi e a prendervi in giro? Non è vero che non avevamo fame. E’ solo che eravamo spilorci e non volevamo spendere 5 euro per una mc-schifezza alla stazione. Poi ci siamo ingozzati al bar dietro la stazione quando ve ne siete andate. Scusa!!!Conserviamo ancora tutte le copie dello Sturzo News dove appaiono i tuoi articoli. La prof. Di Fiore era fiera di te e di come scrivevi. Lei ci ha sempre voluti un mondo di bene. Ci ha sempre stimati e rispettati come fossimo figli suoi. Lei purtroppo non ha saputo in tempo. Era in vacanza, non poteva sapere.Ci siamo frequentati poco, Ary, avevamo ancora un sacco di momenti da passare insieme, tutti e quattro.Oggi al tuo funerale c’erano un sacco di ragazzi, un sacco di nostri coetanei. E c’erano la tua mamma e il tuo papà. C’era la tua sorellina. E c’era Alessia… e c’era Vicio. E siamo sicuri che tu dal posto in cui ti trovi adesso, continuavi a mostrare il tuo sorriso meraviglioso. Te la ridevi di gusto, ne siamo certi, a prenderci in giro tutti quanti. Ci avrai compatiti.Ti abbiamo portato dei fiori e una nostra foto accompagnata dalle parole di Francesco Guccini e della sua “canzone per un’amica”. Non immagini il brivido tremendo nel vedere tuo papà allontanarsi un attimo dalla tua tomba e vederlo poi tornare con in mano i nostri fiori. S’è avvicinato e li ha messi lì, proprio sulla tomba, accanto alla tua foto. E mentre ciò accadeva qualcuno dietro di noi canticchiava in maniera quasi impercettibile: “lunga e diritta correva la strada… sull’autostrada cercavi la vita ma ti ha incontrato la morte…”. Era proprio il testo di Guccini… Allora non piangerti è diventato è impossibile.In questi giorni avremmo dovuto passare del tempo insieme. Eri appena tornata da Viterbo per le vacanze. Quante cose avevamo da raccontarci! Quante cose nelle nostre vite sono rimaste in sospeso. Dovevamo ancora parlarti di Marina e Jessica, dovevamo parlarti di quante cose sono cambiate in quest’ultimo anno e, soprattutto, dovevamo ascoltarti. Dovevamo riprendere a frequentarci dopo questo stand-by. C’eravamo promessi un’uscita che non arriverà mai.Solo una cosa di questa giornata nera è stata se non positiva, confortante: il sorriso del tuo Vicio. Dopo due giorni di incessante pianto ha finalmente ritrovato la forza di fare un sorriso, seppur appena accennato, ma pur sempre un sorriso.Non c’è molto altro da dire. La vita è ingiusta, Ary. Il destino è infernale, cieco… stupido. Arriva sempre dove non dovrebbe mai arrivare, dove la morte è sconosciuta o si crede lontana. Lontana da una vita così brillante e incontaminata da tutto ciò ch’è tenebra. Lontana da un sorriso così vero e da uno sguardo così dolce e profondo.Non sappiamo se in quello che è successo ci siano responsabili. Non sappiamo bene la dinamica dell’incidente. Non sappiamo se quella maledetta auto su cui viaggiavi era davvero messa in sicurezza. L’unica crudele certezza che ci hai lasciato è che non ci sei più. E che dovremmo rimuoverti perché venuta a mancare in un modo così orribile. E qui ti sbagli, Ariannuccia. Non sarai mai dimenticata. Non si dimenticano le persone che ti hanno regalato un pezzetto di vita, che t’hanno dato un po’ di quell’ossigeno che ti ha permesso di respirare e vivere.
Alessandro D’Ugo e Silvio Figura